Questa pagina è dedicata al
recupero di una MAS modello 109L del 1931
La moto ha subìto nel corso
degli anni diverse modifiche ed aggiornamenti più o meno
discutibili: probabilmente grandi innovazioni negli anni in cui
sono stati realizzati, ma molto meno "edificanti" per l'immagine
della moto adesso che si è portati a considerarla come un
"cimelio storico".
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La cosa che salta
immediatamente agli occhi è il forcellone oscillante al
posteriore, corredato da ammortizzatori telescopici.
Le modifiche però non si
fermano qui, abbiamo un manubrio non originale, la sella
modificata per avere tre punti di ancoraggio, un carburatore
Dell'o'Orto molto più recente (dovrebbe esserci un Amal in
bronzo), anche le ruote ed i mozzi non sono originali così come
entrambi i parafanghi, il
tagliavento a forma di stambecco simbolo della MAS comparve
sui parafanghi qualche anno dopo... ecc. ecc... (scenderemo nei
dettagli più avanti).
Data l'età di questa moto il
suo restauro potrebbe sembrare una impresa quasi impossibile,
vista l'assoluta mancanza di parti di ricambio, ma la buona
sorte ci viene incontro sottoforma di una seconda moto:
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Questa moto è priva di targa e
documenti, è piuttosto incompleta e malridotta ma è comunque una
buona fonte di ricambi, per lo meno per la gran parte delle cose
che mancano alla moto oggetto di questa pagina.
Da questa moto possiamo
recuperare il retrotreno rigido, il portapacchi, le ruote, i
parafanghi, il
manubrio, la sella, il condotto di scarico che sull'altra moto era stato
tagliato, e tanti altri particolari che poi vedremo man mano che
si presenteranno.
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Le due
MAS a casa sono in buona compagnia... Di questi tempi
trovare tre MAS assieme potrebbe far pensare che ci sia in
corso un "raduno monomarca" :-) |
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A parte le varie divagazioni, dopo ricerche tra
documentazione mia e di conoscenti, trai i quali il sig. Andreas Seiling che non
smetterò mai di ringraziare, si giunge alla conclusione che l'aspetto definitivo
della moto può essere ricercato in questo depliant del 1931 :
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Una gran fortuna avere questi
documenti dell'epoca, si evita di prendere a modello una moto
già restaurata da altri che potrebbe presentare imperfezioni che
verrebbero inevitabilmente ereditate.
Nelle note presenti a corredo
di questo depliant si menziona chiaramente il trattamento
galvanico di nichelatura, il che significa che questa moto non
aveva alcuna parte cromata.
Come si può facilmente notare
la moto era priva della fanaleria e del portatarga. Questo
modello veniva prodotto privo di impianto elettrico, che veniva
poi installato o fatto installare come "aftermarket" dai
proprietari, mentre la mancanza del portatarga è dovuta al fatto
che nel 1931 le moto di 175cc potevano ancora essere guidate
senza patente e non venivano immatricolate.
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Al
fatto che la moto potesse circolare senza targa e senza
patente veniva data grande enfasi nelle pubblicità
dell'epoca. Basta guardare questa locandina, dove a bordo
della moto vengono addirittura raffigurate tre persone. |
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Iniziano le operazioni..... Per prima cosa si smonta il retrotreno
ammortizzato e lo si sostituisce con quello rigido prelevato dalla
seconda moto. |
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Il
cassettino portaoggetti mancava su entrambe le moto, è stato
replicato partendo da un cassettino originale prestatomi da
un amico che lo ha gentilmente smontato dalla sua MAS |
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Si
passa allo smontaggio delle ruote. Le sedi delle biglie sono
molto scavate e non si recuperano più, per fortuna questi
mozzi sono adatti ad essere modificati per ospitare dei
comuni cuscinetti a sfere. |
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Mentre
mi accingo a smontare i cerchi togliendo tutti i raggi noto
un particolare: in alcuni fori del mozzo sono stati infilati
due raggi assieme. Faccio due conti e scopro che la moto ha
i mozzi (corretti) da 36 raggi mentre sono stati montati due
cerchioni con 40 fori ! |
Notare
le possenti ganasce del freno anteriore: sono larghe ben
15mm ! D'altra parte a quell'epoca le strade erano ancora
in gran parte sterrate, meglio non avere un freno anteriore
troppo potente... |
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Una
prima sbirciata dentro al cambio lascia intravedere alcuni
denti di un ingranaggio mancanti... cominciamo bene ! |
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La
pompa dell'olio ha alcune parti in zama che si sono
completamente sbriciolate.
Purtroppo un problema dovuto alla costituzione stessa di
questo materiale assai scadente. |
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Mi
accingo a smontare il magnete e mi accorgo che la "spina"
che trattiene la forcina a cui è fissato il cavetto è
realizzata... in legno ! |
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Il
magnete dovrebbe essere un Bosch, invece questo è un Marelli
quindi è stato sostituito nel corso degli anni. |
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Incredibile la lavorazione operata sul carter in
corrispondenza del foro per il magnete. Probabilmente per
sostituirlo non erano riusciti a rimuovere il pignone
dall'alberino per cui avevano lavorato il carter in modo da
poterlo estrarre lo stesso |
Salvo
poi "tappare" il foro utilizzando questa piastra fissata con
dei perni di alluminio ribattuti |
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Inoltre
questo Marelli è più grande del magnete che andava a
sostituire, tant'è vero che erano state limate le alette del
cilindro per fargli lo spazio necessario. |
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Smontiamo il magnete anche dall'altro motore. Anche su
questo motore ci sono modifiche artigianali, come questo
sistema ideato per azionare la pompa dell'olio. Da notare
inoltre la vite inserita al posto di uno dei perni della
catena.
L'arte di arrangiarsi, se uno la conosce bene, trionfa
sempre ! |
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Una
volta smontati entrambi i magneti li metto a fianco e mi
accorgo di un particolare... |
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Il
Bosch originale ha la rotazione sinistra (antioraria) che
corrisponde effettivamente al senso di rotazione che gli
viene impresso dalla catena, ma l'altro ha la rotazione
destra... come faceva a funzionare ? |
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Secondo
motore |
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Pistone
maggiorato 1,2mm |
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Rimosso il coperchio si accede agli ingranaggi della
distribuzione. Il pignone sull'albero motore non è in
buono stato, speriamo di avere maggior fortuna con quello
del secondo motore. |
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Sul
secondo motore la biella non è traforata, ma è comunque una
biella MAS originale |
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Arriva
il momento di dedicare le nostre attenzioni al cambio. La
piastra di supporto di una delle due moto è spaccata a metà
e veniva tenuta assieme solo dai perni orizzontali, meno
male che c'è l'altra ! |
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Adesso
passiamo ad ispezionare il cambio della prima moto (quello
della seconda ha il coperchio esterno spaccato). Visto
come è bello pulito sarà una passeggiata :-( |
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Le
molle della frizione provengono da un set di molle più
lunghe e sono state tagliate |
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I
dischi hanno il materiale molto consumato ed andranno
sostituiti |
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La
campana ha ancora i rullini originali ma manca un
parastrappi |
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Il
grasso all'interno ha la consistenza del lucido da scarpe.
Questi cambi devono essere lubrificati con grasso molto
fluido e per avere dentro roba così tanto varrebbe che non
avessero nulla |
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Per
prima cosa diamo una bella pulita al "guscio" e a tutto
quello che ci sta dentro |
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Come si
era già visto in precedenza, lo scorrevole della seconda
marcia sull'albero primario manca di qualche dente |
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Uno dei
denti rotti si è incastrato qui.... |
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L'albero secondario non ha ingranaggi a cui mancano
completamente dei denti, ma aver "masticato" i pezzi che
andavano a spasso provenienti dall'altro ingranaggio non gli
ha certo giovato. Non ha un bell'aspetto ma se quello
dell'altro cambio non sarà in condizioni migliori ci dovremo
accontentare. |
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La
scelta del pezzo migliore si fa più ardua quando si vanno a
mettere a confronto i vari ingranaggi. Entrambi questi
cambi sono stati massacrati a dovere ! |
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Il cambio "buono" ha le
bronzine nelle quali ruota l'albero secondario che hanno
parecchio gioco, sia sull'albero che nella sede della
scatola stessa.
Non resta altro da fare
che ripassare le sedi con l'alesatore e costruire due
bronzine nuove.
Visti come sono ridotti
gli ingranaggi superstiti meglio che gli alberi girino
precisi e senza giochi, cerchiamo di non aggiungere
danno al danno !
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Fatte
tutte le varie scelte e sostituito il cuscinetto frontale
dell'albero primario (quello sul pignone era ancora in
ottimo stato, probabilmente era stato sostituito da non
molto tempo) non resta che ripopolare l'interno e
richiudere... Mancano solo le parti esterne che sono state
mandate a nichelare o brunire e poi sarà completo. |
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Sul
lato della frizione, per ovviare alle canoniche fuoriuscite
di grasso, realizzo questa semplice modifica: un anello
esterno in alluminio, inserito per forzatura, che contiene
un paraolio di dimensioni commerciali, ed il
distanziale che fa da battuta al pignone che viene rifatto
delle dimensioni adatte a lavorare in questo paraolio. |
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Finito
il cambio tocca al motore che viene ripulito a dovere |
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Quindi si può iniziare a rimontarlo |
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Dalla
rettifica non è ancora arrivato il cilindro, ma la testata
si quindi possiamo verniciarla di nero anticalorico e
rimontare le valvole |
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Arrivano invece i primi pezzi verniciati quindi partiamo per
rimontare quel che si può ! |
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La struttura
principale del telaio è molto semplice quindi il
suo assemblaggio è piuttosto veloce
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In poco tempo
vengono anche posizionati nel telaio il
basamento del motore ed il cambio
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Un po'
meno veloce invece sarà il montaggio della forcella
anteriore a parallelogramma |
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Ma si
viene a capo anche di questo e si mette su anche il fanale
anteriore (almeno... il guscio) |
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Visto
che abbiamo telaio e forcella passiamo alle ruote iniziando
dalla raggiatura di quella anteriore |
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Raggiata, montata e centrata! |
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Idem
dicasi per la posteriore |
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Finite
le ruote procediamo con gomme, parafanghi, portapacchi,
ecc... |
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Adesso che la moto "sta in
piedi da sola" procediamo con il motore !
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Sistemati gli organi della distribuzione, questo consente di
chiudere il primo coperchio e quindi di montare il magnete
con la sua trasmissione a catena, prima di posizionare il
cilindro |
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Sull'altro lato
si installa il volano e quindi si può montare la
dinamo
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(personalmente
reputo un grosso spreco aver utilizzato un
simile pezzo di bronzo per realizzare una
puleggia!)
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A
questa operazione fa seguito il montaggio della frizione, il
che consente di tagliare a misura e montare le catene
nuove... |
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... ed i relativi copricatena |
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Visto
come è ridotto il perno che sorregge le pedane poggiapiedi,
meglio sostituirlo con uno nuovo, in acciaio, realizzato
appositamente |
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Assieme
alle pedane trova posto, sul lato sinistro della moto,
l'impianto di scarico completo di silenziatore in alluminio
(originale!) |
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Sull'altro lato
si montano gli ultimi componenti del cambio,
come l'apparato per la messa in moto
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quindi si
chiude il coperchio della catena del magnete sul
quale era stata preventivamente montata (a scopo
decorativo) la pompa
dell'olio che però dovrà ancora essere
revisionata
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Non è
ancora il momento di montarlo, ma non si poteva rinunciare a
dare un'occhiata a come stava la moto col serbatoio :-) |
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E' già
stato un problema smontare i pezzi visto che erano in gran
parte sbriciolati. Per fortuna il corpo della pompa è in
alluminio e non in zama quindi lo si recupera e si
ricostruiscono solo i due "coperchietti" laterali, che
questa volta vengono realizzati in ottone |
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Purtroppo non ci sono immagini delle lavorazioni intermedie
ma il risultato è ottimo e la pompa funziona egregiamente |
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La moto
adesso è pronta per la sua prima prova: dopo tanti anni
torna a percorrere le strade ! Il mondo che vedrà la fuori
sarà ben diverso da quello che vide l'ultima volta che
viaggiò con qualcuno in sella, ma sono certo che saprà
adattarsi alla nuova realtà che la circonda! |
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Ammetto che il video non è un
gran ché... ma almeno c'è qualcosa che documenta la prima
uscita.
Va aggiunto per correttezza che
la moto ha un problemino, peraltro facilmente risolvibile:
risulta rapportata un po' troppo "lunga" e quindi il motore,
poco potente, fatica a tenere la terza marcia specialmente
quando si incontra anche una leggera salita.
Confrontando la rapportatura
finale con quella di altre moto simili scopro che questa ha una
corona troppo piccola e quindi si dovrà cercarne una con almeno
5 denti in più.
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