Sertum 250 VT SS

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Innanzitutto un po' di storia: le pagine sottostanti sono tratte dalla rivista "MOTOCICLISMO" del 6 Dicembre 1934.
(Non si dimentichi, leggendo queste pagine, che si era in pieno periodo fascista)
 
 
 
 
La moto è regolarmente targata ed ha i documenti originali dell'epoca, non è radiata e quindi viene fatto direttamente il passaggio di proprietà.
Anno di prima immatricolazione :  1934
Motore monocilindrico 250cc bitubo, valvole in testa e molle a spillo scoperte.
Le ruote, non originali, sono da 19" ma la "luce" tra battistrada e parafango fa capire che questo modello originariamente montava le ruote da 21" (ipotesi che viene confermata da quanto scritto sul libretto di circolazione originale)
Il portapacchi posteriore con la relativa struttura di sostegno ed i cassettini portaoggetti erano stati aggiunti dal precedente proprietario per poter trasportare un passeggero.
In definitiva la moto è quella che si vede nel quinto foglio dell'articolo di Motociclismo del 1934 riportato all'inizio di questa pagina.
 

 
Un documento importantissimo mi arriva direttamente dalla signora che mi ha venduto la moto, appartenuta a suo padre purtroppo ormai mancato.
Si tratta di una foto del 30 Luglio 1947 : sono rimasto parecchio tempo a guardare questa foto, cercando di catturare più particolari passibile, ma soprattutto cercando di immaginare come doveva essere stato quel giorno d'estate di oltre sessant'anni fa... e ogni altro commento sarebbe superfluo.
 

(Appare fin troppo chiaro che la moto in origine aveva le ruote da 21" e gli scarichi alti)

 

 
 
 
Notare il pezzo di lama di una sega a nastro utilizzato per realizzare una molla per il sostegno del cavalletto Il precedente proprietario di questa moto aveva la gamba sinistra rigida, quindi aveva fatto spostare il comando del freno posteriore sul lato destro del mezzo, tagliando la pedalina originale e saldandola su un leveraggio artigianale.

Vengono effettuate le prime ispezioni.

Si inizia quindi a smontare la moto
ma come è ovvio aspettarsi,
ben presto tutte le attenzioni si concentrano sul motore !
 
Innanzitutto viene rimosso il gruppo termico.
Si nota la valvola di aspirazione notevolmente più grande di quella di scarico.
Il pistone Borgo ha la testa bombata con gli incavi per le valvole e reca marchiata l'indicazione dell'alesaggio: "Per canna 67".
Manca completamente la fascia raschia-olio inferiore.
 

Rimuovendo il carterino sul lato destro si accede agli ingranaggi della distribuzione

 

Il marchio "SS", ben visibile sugli ingranaggi delle camme, contraddistingue questi organi sui modelli sportivi di Casa Sertum.
Il "castelletto" una volta smontato.

Notare i bilancieri che lavorano su rulli sciolti

Successivamente vengono rimosse tutte le viti (poche) che tengono uniti i semi-carter
che possono così essere aperti per ispezionare tutto il resto.
 
Nel frattempo che si aspettano altri lavori si procede a ricostruire alcune parti particolarmente malridotte o modificate dal precedente proprietario. Una di queste è il porta-batteria, che non era più molto presentabile.
 
L'officina di rettifica ha ricostruito le bronzine della pompa dell'olio e quella di mandata sull'albero motore
 
 
Sono stati sostituiti tutti i cuscinetti, anche quelli di banco a rulli estraibili
e adesso i due semicarter sono pronti per essere richiusi definitivamente
 

 
Il problema più grosso da risolvere resta la testata...
 
Questa ha un condotto di scarico parzialmente mancante, cosa che rende complicato il fissaggio e la tenuta del tubo di scarico destro, ma questo sarebbe nulla: la testata ha una spaccatura che corre in senso longitudinale da una guida valvola all'altra, interessando anche la camera di scoppio.
Questa vena si è originata probabilmente in passato, quando in un intervento di manutenzione erano state sostituite le guide valvole con una coppia di diametro eccessivo, brutalmente piantate nelle sedi.
La spaccatura potrebbe anche non essersi originata subito, ma con il tempo, le vibrazioni e soprattutto le notevoli temperature raggiunte durante il funzionamento.
 
Per fortuna al giorno d'oggi disponiamo delle tecnologie necessarie per riparare anche questo tipo di problemi...
L'azienda specializzata alla quale mi sono rivolto ha dimostrato grande competenza in materia.
La testata è stata saldata mediante saldatura laser ed il lavoro sembra aver dato ottimi risultati
 
(notare nell'immagine a sinistra la saldatura lungo tutta la scanalatura tra un'aletta e l'altra)
La ditta ha anche realizzato un cospicuo riporto di ghisa sul condotto di scarico rovinato
 
 
Il riporto è stato lasciato grezzo ed è toccato a me lavorarlo a mano
 con l'aiuto del flessibile e della lima

 
Visto che si può essere fiduciosi sulla buona riuscita dei lavori sul motore è tempo di dedicarsi anche un po' al telaio.
 
Il pedale del freno posteriore è stato ricostruito Adesso bisogna liberarsi dei due attacchi che erano stati saldati al telaio per portare il freno sul lato destro della moto.

Certo crea sempre un po' di apprensione appoggiare un disco da taglio su un telaio degli anni '30...

Anche il cavalletto aveva la sua parte di aggiunte e saldature che devono essere rimosse.
 
Ora è stato ripulito (non ancora rifinito) ed è stato ricostruito l'attacco per la sua molla così da poterlo tenere in posizione corretta.
E tanto che c'ero ho anche dato un'occhiata al parafango posteriore, che sollevandolo sembrava un po' troppo pesante per la sua struttura...

Misurato con il calibro :

In certi punti ci sono 8 mm di stucco da carrozziere !

 
E la stessa sorte era toccata pure al paracatena.

 
Dopo parecchio tempo iniziano ad arrivare i primi pezzi verniciati

Si possono così iniziare a raggiare le ruote con i nuovi cerchi da 21"...

...e fare le prime 'prove tecniche' di montaggio

Anche in questo caso il motore è parzialmente assemblato per renderlo più facilmente maneggevole durante le prove di inserimento nel telaio

Le ruote sono state raggiate e centrate.

Tutti gli spessori tra mozzi e telaio sono stati rifatti ex novo, smontando avevo trovato un insieme allucinante di bulloni senza filetto, rondelle e distanziali di ogni genere.

Queste foto evidenziano bene la struttura snella e leggera di questa moto.

Ora tocca fare il lavoro del gommista...

 

... e una !
So bene che le gomme a questo punto del restauro non sono indispensabili, ma permettono di spostare agevolmente la moto visto che ho un ponte solo e devo portare avanti anche altri lavori.
 
Finalmente ci si può dedicare al motore !
 
Per prima cosa monto pistone e cilindro
Poi sul lato sinistro vengono assemblati  trasmissione primaria e frizione
Quindi sul lato opposto si passa ai componenti della messa in moto per poter chiudere il carterino copri pignone.
Fatto questo tocca agli organi della distribuzione: le camme sono già state messe in fase utilizzando i riferimenti marcati prima dello smontaggio.
 
La dinamo
 
 
La cosa incredibile è che è ferma da decenni, eppure l'odore di bruciato al suo interno è ancora fortissimo.
I fili al suo interno sono "cotti a puntino" e l'isolante si sbriciola solo a toccarlo.
 
Viene tutto smontato accuratamente.
 
Una volta ripuliti i vari componenti, facendo alcuni sommari test di continuità elettrica sembra incredibilmente ancora tutto funzionante.
Non resta che ricostruire tutti i collegamenti con fili nuovi, riassemblare e montare.
Il montaggio della dinamo consente di rimontare anche il carter della distribuzione e quindi di completare la parte relativa all'accensione, con ruttore e condensatore.
Non so cosa usassero per svitare il tappo del carico olio, ma sono certo che non usavano le mani !
 
Il tappo viene tornito per eliminare le incisioni, purtroppo le più profonde restano perché preferisco non ridurre troppo il diametro esterno.
In seguito viene rifatta la zigrinatura anche se non è uguale a quella originale che era verticale e non incrociata
La vista d'insieme comincia a rendere giustizia al lavoro fatto

(il carburatore è messo solo per motivi "fotografici")

 
Dopo qualche altro giorno di lavoro si può finalmente provare la prima accensione.
 
Consueto impianto elettrico volante con "batteria a perdere"
 
Consueto serbatoio esterno di vecchia motozappa
 
un po' di benzina e...
 
Anche questo motore, dopo decenni di abbandono, torna a farci sentire il suo canto !
 
Un fine settimana di tempo relativamente brutto ha permesso di portare avanti ulteriormente la moto
Ulteriori lunghe nottate hanno permesso di raggiungere quasi la fine dei lavori.
Quasi ultimato anche l'impianto elettrico - manca solo la tromba.
 
Purtroppo non è ancora nelle condizioni di essere provata su strada ma manca ormai davvero poco
 
I due scarichi sono inguardabili, hanno le curve sbagliate e non possono certo essere lasciati come definitivi, però vanno più che bene per provare la moto nelle prime uscite.
Me li ha realizzati un amico e ancora grazie che li ho, ma ora devo farmi due "seste" (penso che userò del tubo di piombo) per farmi fare due scarichi con le curve al posto giusto.

L'opzione tubo in piombo è stata scartata, non riesco a lavorarlo come vorrei per realizzare un modello del condotto di scarico con le giuste curve.
 
Ripiego invece su un comunissimo tubo per impianti elettrici con diametro esterno 40mm, che riesco a piegare senza difficoltà, dal quale vorrei ricavare uno stampo in vetroresina.
 
Con l'ausilio di tiranti in filo di ferro, puntelli di legno e quant'altro riesco a riprodurre la corretta sagoma del condotto di scarico di destra.

Molto importante per questa realizzazione è stato l'apporto dato da alcune foto tratte da riviste degli anni '30 (come quella ad inizio pagina)

A questo punto inizia l'operazione "salviamo il salvabile" che consiste nel rifasciare la moto con fogli di carta in modo da proteggerla il più possibile da schizzi e colature.
Quindi il tubo viene cosparso di grasso e rivestito con carta di giornale tagliata a strisce.
 
Questo per evitare che la vetroresina si "incolli" al tubo rendendone impossibile la sua asportazione.
Inoltre la carta dovrebbe assicurare che lo "stampo" alla fine resti liscio anziché ad anelli.
Una volta stesa la vetroresina non resta che aspettare la sua completa essicazione.
Il passo successivo prevede il taglio in orizzontale dell'involucro esterno per la rimozione del tubo. E questo è lo stampo "tridimensionale" del condotto di scarico.

Ora non resta che trovare una ditta che sia in grado di piegare il tubo e sagomarlo fino a farlo combaciare esattamente con questo stampo !

 
Nell'attesa di trovare l'anima buona che mi farà le giuste curve ai tubi, mi diletto a realizzare i due silenziatori.
(Gli originali avevano la scritta Sertum in rilievo ma vi dovrò rinunciare per ovvi motivi)
 
La parte complicata ovviamente sono i due fondelli conici.

Da un fornitore di raccorderia per la nautica acquisto quattro raccordi tronco-conici prefabbricati

 Tramite il tornio li taglio della giusta misura e li inizio a rifinire, visto che sono piuttosto grezzi.
Da un comune pezzo di tubo ricavo le parti cilindriche quindi accoppio il tutto sul corpo centrale, anche quello ricavato da un comune pezzo di tubo dal diametro di 64mm e 2 mm di spessore.
 
 
Il tutto viene tenuto assieme da due barre filettate per facilitare il compito in fase di saldatura.
Saldate, molate, lucidate e montate.

Sono completamente vuote.... il sound è terrificante !

Resta comunque sempre in sospeso la questione dei collettori di scarico,

ma se ne riparlerà a Settembre


Marzo 2011
 
Invece che a Settembre scorso come previsto è passato un po' più di tempo...
Resomi ormai conto che se sto ad aspettare la disponibilità di tutti quelli che mi avevano promesso una mano a fare questi scarichi la moto non la userò nemmeno tra dieci anni, decido di procedere in proprio, d'altra parte "chi fa da se fa per tre".
Questi lavori vanno fatti quando "arriva l'ispirazione"... non prima e non dopo, e siccome una vocina mi ha detto "provaci che ce la fai" ho deciso di tentare l'impresa ed arrangiarmi da solo.
 
Parto da pezzi di tubo con curve "in piano" realizzati da un amico, li taglio in diversi punti e li saldo cercando di rispettare l'andamento del mio stampo in vetroresina.
 
Successivamente con il solito sistema delle parti tenute assieme da piccoli "punti" di saldatura li "presento" sulla moto e faccio gli ultimi aggiustamenti.

Una volta realizzato il corretto posizionamento si saldano definitivamente

Ormai il più è fatto (cioè iniziare)

Dopo una bella smerigliata alle saldature i condotti sono pressoché ultimati.

(detta così sembra semplice, però mi ci sono volute tre belle nottate di lavoro...)

Partendo da una ghiera di scarico originale prestatami da un amico (grazie Rocco !) sono riuscito a farmene realizzare due mediante fusione in bronzo.

Sono ancora grezze e devono essere lavorate, ma direi che sono ottime !

Alcune considerazioni:
Gli scarichi così realizzati NON sono paragonabili agli originali.
Per mesi ho cercato senza successo di trovare una moto conservata, presso qualche collezionista, che fosse ancora equipaggiata con due scarichi originali per poterla prendere come riferimento.
Visto che le mie ricerche non hanno dato esiti positivi non ho potuto fare altro che utilizzare, come sola fonte di riferimento, la foto della rivista Motociclismo del 1934 che si vede ad inizio pagina.
Da questo si evince che la mia realizzazione non può essere corrispondente all'originale, possiamo solo dire che, visti di fianco, i miei scarichi almeno ci  assomigliano un po'.  Non sono corretti i diametri dei tubi e nemmeno le curve, così come gli attacchi al telaio ed ai supporti del parafango posteriore che sono di mia assoluta fantasia.
D'altra parte la situazione in qualche modo doveva essere risolta e in qualche modo mi sono arrangiato. I "puristi" potranno storcere il naso (nemmeno io sono del tutto entusiasta di questo lavoro) ma almeno la moto avrà due scarichi "presentabili" e si potrà utilizzarla sulla strada senza vergognarsi troppo.
 
Queste considerazioni le ho scritte per evitare che qualcuno che si dovesse trovare con i miei stessi problemi prenda come riferimento il mio lavoro.
 
Una volta sistemate le ghiere e realizzate le due griglie paracalore direi che la storia degli scarichi si può chiudere qui.

Ora smonto tutto e mando a cromare !

 
09/04/2011 - fine lavori !
 
(almeno per ora)
 
 
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