Vengono effettuate le prime ispezioni.
Per fortuna al
giorno d'oggi disponiamo delle tecnologie necessarie per riparare anche
questo tipo di problemi... |
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L'azienda
specializzata alla quale mi sono rivolto ha dimostrato grande competenza
in materia.
La testata è stata saldata mediante saldatura laser ed il
lavoro sembra aver dato ottimi risultati
(notare nell'immagine a
sinistra la saldatura lungo tutta la scanalatura tra un'aletta e
l'altra)
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La ditta ha anche
realizzato un cospicuo riporto di ghisa sul condotto di
scarico rovinato
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Il riporto è stato lasciato
grezzo ed è toccato a me lavorarlo a mano
con l'aiuto del
flessibile e della lima
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Visto che si può essere fiduciosi sulla buona riuscita dei lavori sul motore è
tempo di dedicarsi anche un po' al telaio.
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Il pedale del freno
posteriore è stato ricostruito |
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Adesso bisogna liberarsi dei due attacchi che erano stati saldati al
telaio per portare il freno sul lato destro della moto. Certo crea
sempre un po' di apprensione appoggiare un disco da taglio su un telaio
degli anni '30... |
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Anche il cavalletto aveva
la sua parte di aggiunte e saldature che devono essere
rimosse.
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Ora è stato ripulito (non
ancora rifinito) ed è stato ricostruito l'attacco per la sua
molla così da poterlo tenere in posizione corretta.
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E tanto
che c'ero ho anche dato un'occhiata al parafango posteriore, che
sollevandolo sembrava un po' troppo pesante per la sua struttura... |
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Misurato con il calibro :
In certi punti ci sono 8 mm di stucco da carrozziere !
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E la stessa sorte era
toccata pure al paracatena.
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Dopo parecchio
tempo iniziano ad arrivare i primi pezzi verniciati Si possono così
iniziare a raggiare le ruote con i nuovi cerchi da 21"... |
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...e
fare le prime 'prove tecniche' di montaggio Anche in questo caso il
motore è parzialmente assemblato per renderlo più facilmente maneggevole
durante le prove di inserimento nel telaio |
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Le ruote sono state
raggiate e centrate. Tutti gli spessori tra mozzi e telaio sono stati
rifatti ex novo, smontando avevo trovato un insieme allucinante di
bulloni senza filetto, rondelle e distanziali di ogni genere.
Queste foto evidenziano bene la struttura snella e leggera di questa
moto. |
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Finalmente ci si può dedicare al motore !
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Per prima cosa monto pistone e
cilindro
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Poi sul lato sinistro vengono
assemblati trasmissione primaria e frizione
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Quindi sul lato opposto si passa ai
componenti della messa in moto per poter chiudere il carterino copri
pignone.
Fatto questo tocca agli organi
della distribuzione: le camme sono già state messe in fase
utilizzando i riferimenti marcati prima dello smontaggio.
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La dinamo
La cosa incredibile è che è ferma da
decenni, eppure l'odore di bruciato al suo interno è ancora fortissimo.
I fili al suo interno sono "cotti a
puntino" e l'isolante si sbriciola solo a toccarlo.
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Viene tutto smontato
accuratamente.
Una volta ripuliti i vari
componenti, facendo alcuni sommari test di continuità elettrica
sembra incredibilmente ancora tutto funzionante.
Non resta che ricostruire tutti
i collegamenti con fili nuovi, riassemblare e montare.
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Il montaggio della
dinamo consente di rimontare anche il carter della distribuzione e
quindi di completare la parte relativa all'accensione, con ruttore
e condensatore. |
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Non so cosa usassero per
svitare il tappo del carico olio, ma sono certo che non
usavano le mani !
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Il tappo viene tornito per
eliminare le incisioni, purtroppo le più profonde restano
perché preferisco non ridurre troppo il diametro esterno.
In seguito viene rifatta la
zigrinatura anche se non è uguale a quella originale che era
verticale e non incrociata
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La vista d'insieme
comincia a rendere giustizia al lavoro fatto (il carburatore è messo
solo per motivi "fotografici") |
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Dopo qualche altro giorno di lavoro si può finalmente provare la prima
accensione.
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Consueto impianto elettrico
volante con "batteria a perdere"
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Consueto serbatoio esterno
di vecchia motozappa
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un po' di benzina e...
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Anche questo motore, dopo decenni di
abbandono, torna a farci sentire il suo canto !
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Un
fine settimana di tempo relativamente brutto ha permesso di portare
avanti ulteriormente la moto |
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Ulteriori lunghe
nottate hanno permesso di raggiungere quasi la fine dei lavori.
Quasi ultimato anche l'impianto
elettrico - manca solo la tromba.
Purtroppo non è ancora nelle condizioni di essere provata su strada ma
manca ormai davvero poco
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I due scarichi sono
inguardabili, hanno le curve sbagliate e non possono certo essere
lasciati come definitivi, però vanno più che bene per provare la moto
nelle prime uscite.
Me li ha realizzati un amico e ancora grazie che
li ho, ma ora devo farmi due "seste" (penso che userò del tubo di
piombo) per farmi fare due scarichi con le curve al posto giusto.
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L'opzione tubo in piombo è stata scartata,
non riesco a lavorarlo come vorrei per realizzare un modello del condotto di
scarico con le giuste curve.
Ripiego invece su un comunissimo tubo per
impianti elettrici con diametro esterno 40mm, che riesco a piegare senza
difficoltà, dal quale vorrei ricavare uno stampo in vetroresina.
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Con l'ausilio di
tiranti in filo di ferro, puntelli di legno e quant'altro riesco a
riprodurre la corretta sagoma del condotto di scarico di destra. Molto
importante per questa realizzazione è stato l'apporto dato da alcune
foto tratte da riviste degli anni '30 (come quella ad inizio pagina) |
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A questo punto
inizia l'operazione "salviamo il salvabile" che consiste nel rifasciare
la moto con fogli di carta in modo da proteggerla il più possibile da
schizzi e colature. |
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Quindi il tubo viene cosparso di
grasso e rivestito con carta di giornale tagliata a strisce.
Questo per evitare che la
vetroresina si "incolli" al tubo rendendone impossibile la sua
asportazione.
Inoltre la carta dovrebbe
assicurare che lo "stampo" alla fine resti liscio anziché ad anelli.
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Una volta stesa la
vetroresina non resta che aspettare la sua completa essicazione. |
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Il passo successivo
prevede il taglio in orizzontale dell'involucro esterno per la rimozione
del tubo. |
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E questo è lo
stampo "tridimensionale" del condotto di scarico. Ora non resta che
trovare una ditta che sia in grado di piegare il tubo e
sagomarlo fino a farlo combaciare esattamente con questo stampo ! |
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Nell'attesa di trovare l'anima buona che mi
farà le giuste curve ai tubi, mi diletto a
realizzare i due silenziatori.
(Gli originali avevano la scritta Sertum in
rilievo ma vi dovrò rinunciare per ovvi motivi)
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La parte complicata
ovviamente sono i due fondelli conici. Da un fornitore di raccorderia
per la nautica acquisto quattro raccordi tronco-conici prefabbricati |
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Tramite il
tornio li taglio della giusta misura e li inizio a rifinire, visto che
sono piuttosto grezzi. |
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Da un comune pezzo di tubo
ricavo le parti cilindriche quindi accoppio il tutto sul
corpo centrale, anche quello ricavato da un comune pezzo di
tubo dal diametro di 64mm e 2 mm di spessore.
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Il tutto viene tenuto
assieme da due barre filettate per facilitare il compito in
fase di saldatura.
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Saldate, molate,
lucidate e montate. Sono completamente vuote.... il sound è
terrificante ! |
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Resta comunque
sempre in sospeso la questione dei collettori di scarico, ma se ne
riparlerà a Settembre |
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Marzo 2011
Invece che a Settembre scorso come previsto
è passato un po' più di tempo...
Resomi ormai conto che se sto ad aspettare
la disponibilità di tutti quelli che mi avevano promesso una mano a fare
questi scarichi la moto non la userò nemmeno tra dieci anni, decido di
procedere in proprio, d'altra parte "chi fa da se fa per tre".
Questi lavori vanno fatti quando "arriva l'ispirazione"... non prima
e non dopo, e siccome una vocina mi ha detto "provaci che ce la fai" ho
deciso di tentare l'impresa ed arrangiarmi da solo.
Parto da pezzi di tubo con curve "in
piano" realizzati da un amico, li taglio in diversi punti e li saldo cercando di
rispettare l'andamento del mio stampo in vetroresina.
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Successivamente con il solito
sistema delle parti tenute assieme da piccoli "punti" di saldatura
li "presento" sulla moto e faccio gli ultimi aggiustamenti. Una volta realizzato il corretto
posizionamento si saldano definitivamente
Ormai il più è fatto (cioè iniziare) |
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Partendo da una
ghiera di scarico originale prestatami da un amico (grazie Rocco !) sono
riuscito a farmene realizzare due mediante fusione in bronzo.
Sono ancora grezze e devono essere lavorate, ma direi che sono ottime
! |
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Alcune considerazioni: |
Gli scarichi così realizzati NON sono paragonabili agli originali.
Per mesi ho cercato senza successo di trovare una moto conservata,
presso qualche collezionista, che fosse ancora equipaggiata con due
scarichi originali per poterla prendere come riferimento.
Visto che le mie ricerche non hanno dato esiti positivi non ho
potuto fare altro che utilizzare, come sola fonte di riferimento, la
foto della rivista Motociclismo del 1934 che si vede ad inizio
pagina.
Da questo si evince che la mia realizzazione non può essere
corrispondente all'originale, possiamo solo dire che, visti di
fianco, i miei scarichi almeno ci assomigliano un po'.
Non sono corretti i diametri dei tubi e nemmeno le curve, così come
gli attacchi al telaio ed ai supporti del parafango posteriore che
sono di mia assoluta fantasia.
D'altra parte la situazione in qualche modo doveva essere risolta e
in qualche modo mi sono arrangiato. I "puristi" potranno storcere il
naso (nemmeno io sono del tutto entusiasta di questo lavoro) ma
almeno la moto avrà due scarichi "presentabili" e si potrà utilizzarla sulla strada senza vergognarsi troppo.
Queste considerazioni le ho scritte per evitare che qualcuno che si
dovesse trovare con i miei stessi problemi prenda come riferimento
il mio lavoro.
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09/04/2011
- fine lavori !
(almeno per ora)
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